Pubblicare contenuti e commentare sui social è attività diffusa e immediata. Spesso non si fa caso alle parole, ai toni, le emoticons utilizzate poichè la facilità di comunicazione propria dei social spesso abbassa il livello di attenzione…
Ma tutto ciò rende scusabile l’eventuale condotta (rilevante ai fini di diffamazione, minaccia…) tenuta dall’utente sui social?
Anche Twitter – piattaforma notoriamente utilizzata, in Italia, da un pubblico un po’ più attento e non proprio di adolescenti – è al centro di tale problematica ed è con ordinanza n. 13411 del 16.05.2023 che la Corte di Cassazione ha evidenziato che, anche nel caso di brevi ma incisivi messaggi di testo, all’utente è richiesto comunque un livello di valutazione rigoroso e rispettoso dei “noti limiti che circondano l’esercizio del diritto di critica”.
La Corte di Cassazione, in particolare, ha rigettato il ricorso di un ex Senatore della Repubblica (oltre che membro della Commissione permanente “Finanze e tesoro” e della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario) che aveva messo in atto una campagna denigratoria mediante comunicati stampa e messaggi su Twitter al fine di ingenerare nell’opinione pubblica il dubbio che la CONSOB agisse e avesse agito col fine di difendere gli interessi di alcuni soggetti vigilati, in collusione con taluni operatori del mercato finanziario colpevoli di gravi illeciti.
Nel caso di specie, la Corte di Cassazione ha specificato che:
«l’uso di una piattaforma come Twitter, o altre equivalenti, implica l’osservanza del limite intrinseco del giudizio che si posta in condivisione, il quale, come ogni giudizio, non può andar disgiunto dal contenuto che lo contraddistingue e dalla forma espressiva, soprattutto perché tradotto in breve messaggio di testo per sua natura assertivo o scarsamente motivato; il post in Twitter non esime l’autore dal necessario rispetto della continenza espressiva in quanto non può concretizzare una manifestazione del pensiero irresponsabile sol perché veicolata tramite il mezzo prescelto».
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